Partecipa a un rito antico tra rami, silenzi e profumi intensi
Nel cuore dell’autunno, quando le giornate si fanno più fresche e la luce del sole accarezza le foglie con tonalità dorate, prende vita uno dei gesti più antichi e identitari del Taburno: la raccolta delle olive. È un’attività agricola, certo, ma anche un rito collettivo, un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e restituisce un legame profondo con la terra.
Partecipare alla raccolta delle olive significa immergersi in un paesaggio fatto di ulivi secolari, di mani operose, di voci che si rincorrono tra i filari. Il fruscio delle fronde, il ticchettio delle olive che cadono sulle reti, l’aroma pungente del frutto appena staccato: ogni elemento racconta una storia fatta di gesti tramandati e stagioni ripetute. È un momento che scandisce l’anno rurale, un punto di passaggio tra ciò che è cresciuto e ciò che verrà trasformato.
Il lavoro comincia all’alba, con la stesura delle reti ai piedi delle piante, poi con la raccolta manuale o con piccoli pettini vibranti che rispettano la struttura dell’albero. Le mani si muovono veloci ma attente, conoscono ogni ramo, ogni curva. È un’attività fisica ma anche meditativa, fatta di ritmo, di ascolto, di presenza.
Questa esperienza sensoriale permette di cogliere la complessità e la bellezza di un atto semplice solo in apparenza. L’odore delle olive mature, mescolato a quello della terra umida e del legno antico degli alberi, si imprime nella memoria come una firma del territorio. Il tatto coglie la consistenza del frutto, l’elasticità delle reti, la rugosità della corteccia. L’udito segue il battito del lavoro collettivo, le voci che raccontano storie, le risate che alleggeriscono la fatica.
A fine giornata, le olive raccolte vengono trasportate con cura al frantoio. Qui inizia una nuova fase, altrettanto affascinante, in cui il frutto diventa olio. Ma il vero cuore dell’esperienza resta sotto gli alberi, tra le ombre e le luci della campagna, dove ogni partecipante riscopre un legame antico e autentico con il ciclo della natura.
La raccolta delle olive non è solo un momento agricolo: è una scuola di lentezza, di consapevolezza, di rispetto. È un’opportunità per vivere il paesaggio con tutti i sensi, per riscoprire la bellezza del lavoro condiviso, per sentire – nel vero senso del termine – che la terra ha ancora molto da insegnare.